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MALATTIA

Ges
1479 - È stato, è e sarà un banco di prova (si riferisce alla lunga degenza in ospedale di un parente e alla malattia grave di mia sorella, assistiti giorno e notte da noi tutti).
Chi ha orecchi ha inteso, intende, intenderà e saprà trarre, da tutto, ammaestramento salutare se, poi, continuerà o incomincerà a offrirsi in tutta disponibilità, senza più porre limiti (lo scritto continua il 12 aprile, lunedì dell’Angelo) all'ondata di grazia che ho voluto fosse per voi tutti lavacro purificatore.
Mio marito
1534 - O avete sperimentato questa meravigliosa unità d'amore solo nelle prove più dure, quelle che umanamente giudicate tali, per poi rallentare tanto il passo da giungere a non riconoscervi quasi l'un l'altro, distruggendo così in un sol giorno l'intensa ascesi di mesi, durante i quali era quasi dolce soffrire, ed eravate ormai arrivati a quella tale pienezza di amore-sacrificio-offerta, che vi è stata ricordata or non è molto? (Si riferisce ai cinque mesi di malattie e successiva morte di ben tre congiunti stretti).
Mio figlio è molto preoccupato per una presunta grave malattia.
Ges
1558 - Non tema! Non è poi tanto malato come pensa. Ha molto da vivere e da soffrire prima di lasciare codesta vostra piccola terra, il cui abbandono, nonostante sia una valle di lacrime, lascia talmente perplessi da diventare tristi. È umano, ma non è così per il vero cristiano, che pone tutto il suo cuore e tutta la sua mente nelle cose del Padre suo.
La fidanzata di uno dei miei figli è stata ricoverata d'urgenza per una malattia grave ed egli, molto preoccupato, spera tanto in uno “scritto”.
Ges
1833 - Sia ella testimonianza viva della fede tante volte proclamata e scopra o riscopra il valore unico e inestimabile di ogni momento di sofferenza, sofferenza sopportata e offerta in espiazione dei propri peccati e di quelli che quotidianamente sono commessi da chi non Lo conosce e da chi, mal conoscendolo, non ama il Padre celeste che teneramente e maternamente si china su chi, con dolore, apprende l'arte di soffrire con serenità e dolcezza, per partecipare con dignità e consapevolezza piena al piano salvifico che continua a perseguire per l'uomo, spesso anche contro la sua volontà.