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SPERANZA

20 maggio 1977
Durante la recita del Rosario in famiglia, al secondo mistero doloroso chiedo accoratamente a Gesù: "Dove e come, Gesù mio, ti colpisco di più? Con il mio orgoglio, vero?
Gesù
1098 - No, con la tua tristezza. Tu, che destinammo da sempre quale portatrice di pace tra gli uomini, dovresti procedere con coraggio, con serenità e con gioia; porterai così il bianco vessillo della fede che sempre più consoliderai nelle mortificazioni e nell’orazione, con il volto sorridente che così bene ti si addice, con la parola semplice e dolce che è balsamo per chi ti vuole ascoltare sia in casa che fuori, perché aprirà tanti cuori alla speranza e all'amore.
Gesù
1220 - Vi benedico! E tanta sia la forza di credibilità, di fede e perciò di speranza e di amore di cui sarete testimoni e perciò stesso contagiatori, virus irresistibili del più “bel male” del mondo: l'amore al Padre celeste!
Mio marito
1327 - Siate vere fiaccole, veri portatori di pace e veri rappresentanti di quel Cristo che tardi conobbi, ma al quale subito andò il mio amore e la mia malformata volontà, nella speranza, che non fu delusa, che almeno questa - fortissima più che la fede che purtroppo avevo tormentatissima - mi portasse sulla via maestra e soprattutto mi consentisse la fedeltà fino alla fine, come appunto mi fu concesso.
Vi benedico nel nome della santissima Trinità. A presto!
Maria santissima
1349 - Vedete, figli miei, anch'io, che pure ero stata preservata dal peccato originale, non sapevo, non vedevo chiaro nel mio futuro umano; educata però all'amore e al timore di Dio, non tralasciavo giorno che non mi chiudessi in me stessa intensamente, in oblio completo di tutto ciò che mi circondava, per stare insieme con il mio Signore e offrirgli quel nulla che mi sentivo di essere, pur nella serenità che mi pervadeva tutta; ciò derivava dalla mia fede nella religione dei Padri e dalla mia speranza che, come sai, era la speranza del Cristo salvatore.