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ANIMA (E) (O)

Mio marito
1790 - Che vi giova l’improvvisazione, il tempo contato, l'ansia delle chiamate telefoniche nella sequela un po' spasmodica di gite, feste e incontri che spesso immiseriscono anziché arricchire la vostra anima, che ne rimane soltanto stordita e sempre più indebolita invece che fortificata?
Mio marito
1793 - Ricominciate a pensare, ve ne prego, perché di ogni ora vi sarà chiesto conto: di come l’avrete impiegata, di quanto tempo avete fatto spreco, facendo scempio delle vostre anime e non so se sempre inconsapevolmente.
Mio marito
1796 - Che aspettate, dunque? Che aspettate, dunque, a rifornire d'ossigeno la vostra anima malata, questa vostra essenza divina, che mal nutrita vi appesantisce, anziché donarvi ali per il vostro luminoso volo, cui doverosamente tendete?
Mio marito
1798 - L'animo sereno: e le cose vi appariranno, tutte, nella giusta dimensione. E poi silenzio, raccoglimento: un pensare serio e profondo sulle varie contingenze della vostra vita le quali, anche se talvolta apparentemente casuali, sono sempre legate da un filo logico che le unisce in un tutto armonico che, se ben pensato, ha un senso inequivocabile, denunciando la presenza divina in ogni avvenimento anche sporadico.