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ANIMA (E) (O)

Ho letto alcuni “scritti” e li reputo troppo “semplici” in confronto alle omelie di molti sacerdoti.
Ges
1748 - E non pensi che il Vangelo stesso letto con occhi disincantati e con cuore colmo di sufficienza e presunzione - caratteristiche dei saccenti della terra - costituisce un insieme di parole troppo semplici (semplicistiche, hanno anche detto) e non la Parola vivifica e salvatrice come invece dovrebbe essere accolta?
Che importa poi se attraverso gli “scritti” si salverà anche solo un'anima su cento o su mille?
Alla fine della lettura del Vangelo durante la santa Messa, mi accorgo di non averla seguita quasi per niente, pur essendomene prefissata l'attenzione; accettando pur con rammarico l'ennesima distrazione, a maggior ragione mi prefiggo l'attenzione massima all'omelia... All'inizio di questa, invece, sono portata a considerare che, da mesi, le distrazioni durante il Vangelo, l'omelia, la meditazione e le preghiere e un'apatia generale sono all'ordine del giorno; allora chiedo accoratamente a Gesù: per quanto tempo ancora durerà questo stato di accidia che pure ho accettato come volontà di Dio, anche se dolorosamente?
Ges
1775 - Fino a rendere più perfetta la tua umiltà, affinché sparisca il “diaframma” già ricordato e niente più si frapponga tra la tua anima assetata d'infinito e l'Infinito stesso. Cara ci è stata e ci è tuttora la tua umiltà ancora non perfetta, che sempre ti ha fatta sentire un niente.
Ges
1785 - Riguardo a tuo figlia, nel modo di parlarle e di offrirle una presenza non lesiva dei diritti alla libertà della sua anima, applica quelle tante delicatezza che ci compiacemmo donarti, onde emerga solo beneficio a suo favore, anche se, per ora, sa valorizzare le pene e non le gioie che le sono sempre pervenute dalla famiglia d'origine.
Si decide, all’improvviso, di andare presso la tomba di mio marito.
Mio marito
1787 - L’improvvisazione! Lasciatela a quelle anime che par d’improvviso si “buttino” a fare – guidate com’è palese dallo Spirito divino – e l’improvvisazione allora non è più tale perché è Dio stesso che decide che in quel preciso momento un suo docile strumento compia un determinato quid che da sempre egli aveva programmato o ai veri artisti che improvvisano per modo di dire, perché “buttano” improvvisamente dopo una lunga preparazione tecnica o dopo una macerazione più o meno lunga di tutto il loro essere, macerazione spesso lenta, dolorosa sempre.