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SCRITTI

Alla fine della santa Messa, mentre il sacerdote riporta l'Ostia all'altare (oggi è il Corpus Domini) accompagnato solo da una donna, da mio figlio e da me, così prego: Gesù mio, quanto abbandono! Come sei solo!, e mi commuovo fino alle lacrime, pensando ai miei peccati, nonostante i tanti “scritti”.
Ges
1714 - Mi basta un cuore, un cuore soltanto - pur compreso della sua limitatezza e proprio in considerazione di questo fatto abbastanza insolito - per consolarmi, per mettere un balsamo, che giudico prezioso, sulle ferite che continuamente mi colpiscono, in particolare quelle dei “benpensanti” (che sono tanti!), che spesso sono “malfacenti” e che tuttavia non reggono al confronto delle inadeguate anime delicate, che tutto fanno per non cadere nell'offesa: inadeguate come numero, poiché la loro qualità è per me eccelsa e, come ti ho detto, è sufficiente per mitigare il mio dolore, per trattenere ancora l'ira del Padre, per commuovere la squisita sensibilità della vostra mamma celeste, che ancora riesce così a salvare l'umanità dal castigo che le sarebbe per giustizia assegnato.
J. Escriv
1741 - Quanta dolcezza a chi dei miei diletti figli sapesse riconoscermi negli “scritti” che da anni mi fu concesso trasmettere attraverso te!
Ho letto alcuni “scritti” e li reputo troppo “semplici” in confronto alle omelie di molti sacerdoti.
Ges
1748 - E non pensi che il Vangelo stesso letto con occhi disincantati e con cuore colmo di sufficienza e presunzione - caratteristiche dei saccenti della terra - costituisce un insieme di parole troppo semplici (semplicistiche, hanno anche detto) e non la Parola vivifica e salvatrice come invece dovrebbe essere accolta?
Che importa poi se attraverso gli “scritti” si salverà anche solo un'anima su cento o su mille?
Maria santissima
1756 - Solo così, consci di un'umiltà di cui forse ancora ignorate perfino l'identità, potreste sperare di essere introdotti alla conoscenza dei misteri dell'Eterno con quel timore rispettoso e reverenziale che non tutti sentite, sordi nella quasi totalità alle nostre parole direttamente a voi rivolte attraverso gli “scritti”. Sordi e perciò incapaci di sconfiggere le dure resistenze del vostro io, il più temibile dei vostri nemici, che s'identifica con il vostro più acerrimo nemico che sogghigna a ogni vostra debolezza e trionfa a ogni vostra caduta.