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DIGNITA' (DEGNO)

La fidanzata di uno dei miei figli è stata ricoverata d'urgenza per una malattia grave ed egli, molto preoccupato, spera tanto in uno “scritto”.
Ges
1833 - Sia ella testimonianza viva della fede tante volte proclamata e scopra o riscopra il valore unico e inestimabile di ogni momento di sofferenza, sofferenza sopportata e offerta in espiazione dei propri peccati e di quelli che quotidianamente sono commessi da chi non Lo conosce e da chi, mal conoscendolo, non ama il Padre celeste che teneramente e maternamente si china su chi, con dolore, apprende l'arte di soffrire con serenità e dolcezza, per partecipare con dignità e consapevolezza piena al piano salvifico che continua a perseguire per l'uomo, spesso anche contro la sua volontà.
Prima della Comunione penso: non sono degna, non sono degna!
Mio marito
1847 - A me pare di sì, a me pare proprio di sì, anche se davanti al Dio grande e onnipotente tutti i mortali non sono di per se stessi che esseri indegni di tanta grandezza, di tanto onore: quello di ricevere in sè il Pane di vita eterna.
Mio marito
1852 - Operate presto e con amore (che vuol dire comprensione, tolleranza, accettazione dunque dei limiti dell'uno e dell'altro) in tutti gli affari terreni, onde la vostra anima, finalmente libera, dispieghi ogni energia per il compito che Dio nella sua misericordia volle affidarvi, preparandovi in modo del tutto particolare. E di questo del resto vi accorgete voi stessi, quando vi trovate a contatto di persone che sono veramente indegne del dono immenso che Dio ha dato loro e che continuano a vegetare in una colpevole ignoranza delle cose celesti, in un attaccamento sfrenato alle loro ambizioni e alle loro comodità, in un agnosticismo che non so per quanto ancora reggerà davanti alla bontà - che però è anche giustizia - del Padre che sta nei cieli.
Ges
1959 - Sii paziente dunque, umile e dolce, pur nella fermezza da sempre raccomandata, perché non si dica di te, di voi, che siete cristiani mollicci, tiepidi, quelli cioè che il mio cuore respinge, non essendo essi degni delle prerogative che la nostra grazia riservò loro accomunandomi, per volere del Padre, alla loro natura.