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UMILTA' (UMILE-I)

Mio marito
1526 - Durante questo triduo, il silenzio ti porrà umile davanti all'Altissimo e nel tuo annientamento udirai la sua voce, riconoscendola nella voce della tua coscienza risvegliata e pulita; così ti sarà dolce non resistere ai suoi pressanti inviti, anche se spesso ti recheranno dolore e sacrificio.
Mio marito
1527 - Figlio, piccolo mio, assieme alla tua sposa chiederai il dono della saggezza che Dio non può negare ai cuori fedeli a lui donati; saggezza che, unita a umiltà, dolcezza, fermezza di propositi e costanti realizzazioni, formerà il più bello fra gli abiti da sposo che si possa desiderare.
Gesł
1542 - Quanti di voi riescono veramente a riconoscere ogni loro errore? Quanti, una volta riconosciutolo, nettamente lo ripudiano e lo tengono in dispregio fino a odiarlo? E quando raramente ciò avviene, chi ha l'umiltà di riconoscere l'intervento divino in questa disamina onesta e riempie il suo cuore di riconoscenza verso il Padre?
Gesł
1572 - “Resta con noi, Signore, perché si fa sera e la sera, la nostra ultima ora di vita, non sappiamo quando scoccherà e tu ci hai insegnato a chiedere che essa ci colga in un’ eventuale negligenza nei nostri doveri materiali piuttosto che in quelli di natura spirituale, come può essere l’ininterrotta testimonianza che, in ogni momento della nostra giornata, fino all'estremo respiro, abbiamo promesso, Signore, di offrirti in umiltà, in sacrificio, in purezza di cuore, in onestà, in fiducia completa, in completa, assoluta speranza che dalla fede nasce e, a essa sempre accompagnandosi, ci rende degni di assorbire il tuo amore.
Noi non potremo mai godere di questo tuo amore da soli, perché diventerà tanto prorompente da non essere più contenuto, a causa della sua natura divina, nell'involucro dei nostri miseri corpi umani; miseri ma pur sempre insostituibili tuoi strumenti, attraverso i quali tu operi nel mondo dei mortali per portarli al loro destino luminoso, meta delle loro anime immortali.
Resta con noi, Signore, non ci abbandonare anche quando noi, dimentichi del tuo amore, cerchiamo di tergiversare, come tu ci hai gentilmente detto per coprire con una parola abbastanza “leggera” la grave mancanza di chi, da troppo tempo, abusa della pazienza del Padre. Ne abusa in tanti modi diversi, perché la malizia dell'uomo è tanta e, quando si appoggia alle tentazioni, centuplica la sua forza distogliendo e dirottando l'effluvio di grazia conquistato sia attraverso la croce, nostro distintivo, sia attraverso i sacramenti che, se ben accolti e partecipati, sono veramente segno tangibile della misericordia immensa di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Paraclito”.