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LITURGIA

buon Pastore
752 - Chiedi a tuo figlio se crede che il perseguimento di quello che egli oggi ritiene il suo ideale di vita non lo porterà invece a un inaridimento totale, un inaridimento sottile, avvalorato dal moltiplicarsi delle “vocazioni” in questo senso, che sarebbero ovviamente vere e proprie ripetute crocifissioni del vostro Signore, mascherate dal dovere proclamato di portare il Cristo alle anime lontane o indifferenti o incerte.
Se, invece, assieme alla cultura esteriore, assieme alle pratiche della Liturgia, egli non intenda il vero monito e il vero insegnamento di ogni vocazione, che vuole che ognuno di voi, imbarcato che sia su questa o quella nave, sappia che il compito di ogni momento è quello di cercare Dio nelle cose e nelle persone che lo circondano; e a ciascuno del suo prossimo, riconoscendo in lui il suo Dio, egli sia prodigo di consigli e di aiuti nel campo spirituale sì, ma soprattutto nel campo materiale.
Ho ricevuto un frammento piuttosto grande di ostia che quasi mi soffoca; non mi era mai capitato.
Gesł
775 - Il Sacerdote ha parlato di segni, dei segni nella liturgia e io ho voluto darti un segno tangibile di come voglio occupare d'ora innanzi la tua vita, penetrando in te in modo che tu te ne senta quasi soffocata, quasi impossibilitata a liberarti di me che, così introdotto, sarò in te per l'eternità e tu potrai portare al mondo con gioia “frutti di vita eterna”, come dovrebbe ognuno di voi, che voglia essermi fratello e amico.
Gesł
895 - I segni della Liturgia sono particolarmente efficaci all'anima e alle volontà deboli, che ne traggono stimolo per un miglioramento da essi guidato; specialmente in questa settimana santa. Ma, come sempre, occorre la vostra collaborazione, la vostra disponibilità, affinché si avveri la predizione proclamata dal Padre attraverso gli Angeli: “Pace in terra agli uomini di buona volontà”.
Gesł
911 - Quel brivido che ti percorse tutta durante la liturgia del venerdì santo non fu un brivido di freddo, come tu ti apprestavi a credere, ma l'effetto dell'intuizione folgorante, improvvisa e perciò più sconvolgente, dell'abisso profondo che il cristiano di nome, quasi sempre, lascia aprirsi fra la parola che pronuncia e l'azione che questa parola dovrebbe realizzare.