Home » Argomenti » P » PECCATO (PECCATORE) (COLPA) (ERRORE) (CADUTA) (MALI) (MANCANZA)

PECCATO (PECCATORE) (COLPA) (ERRORE) (CADUTA) (MALI) (MANCANZA)

In casa di un'amica, gravemente malata.
Maria santissima
502 - “Siamo dei malati: siamo tutti dei malati; tutti, più o meno e con piaghe più o meno evidenti. Abbi pietà di noi, o nostro amatissimo Gesù, tu che fosti ricoperto di piaghe per tutti i mali che incombevano sull'umanità, per tutti i mali che ancora incombono su di essa. Per quei dolori, Gesù, ti scongiuro, rendici coscienti dell'entità vera dei nostri apparenti mali, così che, attraverso la sopportazione di quelli e la loro offerta, noi ci rendiamo degni di quel meraviglioso miracolo di corredenzione cui volesti farci partecipi. Te ne preghiamo, Gesù, solo per quell'infinita bontà per cui volesti trarci dal fango del peccato, che ci allontanò dalla tua perfetta creazione”.
Maria santissima
503 - Questa, questa la vostra preghiera, miei figli prediletti, questa, ai piedi del crocefisso mio Gesù, che volle soffrire anche umanamente, coprirsi di piaghe e ferite purulente per rendere più manifesto al vostro capire umano l'orrore del male che continuamente gli infliggeste e che tuttora gli infliggete.
San Giuseppe
542 - Non importa che il tuo sposo si ostini a parlare di provocazione e che tu drammatizzi ogni particolare sapendoti nel vero e vedendo invece che spesso viene svisato o misconosciuto. Ambedue peccate fortemente di orgoglio, dal momento che dimenticate l'esempio di umiltà, che dal Cristo vi è stato trasmesso in ogni momento della sua vita, del suo calvario e della sua morte.
San Giuseppe
544 - Tutti i vostri peccati ledono profondamente la vostra dignità umana, oltre ad offendere il cuore dolcissimo del mio Gesù; in particolare il peccato dell'ira, di quell'ira che continuamente contrassegna i vostri colloqui, insinuandosi nell'animo vostro a ogni piè sospinto, inquinando così con ogni parola l'atmosfera della vostra casa, nella quale vivono troppi malati, alcuni meno, altri più gravi, per non parlare di chi rimane per giorni morto alla grazia e come tale dovrebbe preoccuparvi più che fosse agonizzante di male fisico.