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PAROLA DI DIO

Ges
1637 - C'è chi ha pane e non ha denti; c'è chi ha denti e non ha pane: così, un vostro proverbio. E voi appartenete forse alla prima categoria, che vi bastano pochi minuti in cui non capite quanto il sacerdote dice e dimenticate che, quando anche sareste in grado di afferrare e di comprendere tutto, la vostra mente divaga e la vostra volontà, non abbastanza esercitata, non capta neppure una sillaba della mia parola che vi aiuta, che vi guida, che vi salva?
Sant'Anna
1661 - Ascolto: viene terzo e a proposito, perché deve seguire la preghiera e il silenzio. Permeati così di preghiera uguale a respiro, di silenzio uguale a recezione dei sublimi toni celesti, vi diverrà agevole ascoltare sia la voce del vostro Signore che quella, molte volte senza suono, del fratello sofferente, che alle volte vi è tanto vicino che vi sembrerebbe impossibile ignorarlo, come invece purtroppo spesso vi accade! E per fratello sofferente intendo anche i più ripugnanti, anche i più spregevoli. Se no, che merito?
Mio marito
1745 - La Parola vi servirà anche per paesi stranieri e soprattutto per l'ingresso sospirato e atteso nella vostra vera patria, la patria celeste, cui spasmodicamente tendete solo in particolari momenti di dolore e di pianto, mentre serenamente ad essa dovreste puntare, portando con tanta dignità quel manto - intessuto anche di gioia, ma la cui trama sarà sempre pianto e dolore - che vi fa distinguere e vi fa centro di attenzione e di emulazione.
Ho letto alcuni “scritti” e li reputo troppo “semplici” in confronto alle omelie di molti sacerdoti.
Ges
1748 - E non pensi che il Vangelo stesso letto con occhi disincantati e con cuore colmo di sufficienza e presunzione - caratteristiche dei saccenti della terra - costituisce un insieme di parole troppo semplici (semplicistiche, hanno anche detto) e non la Parola vivifica e salvatrice come invece dovrebbe essere accolta?
Che importa poi se attraverso gli “scritti” si salverà anche solo un'anima su cento o su mille?