348 - Sei tremante e smarrita come la pecorella di cui parla il mio divin figlio e, come lei, hai bisogno di tenere cure e d'amore. Sta' vicino al mio cuore!

357 - E se tu, babbo, eri al suo posto, avresti trovato da ridire anche su questo, con i tuoi "però però però"! Hai capito brontolone? Ma lo sai che mi piace il silenzio, sì o no? Vai più spesso a guardare i tuoi bimbi quando dormono (così non ti danno fastidio); ma come si fa ad amare come tu dici di amare e provare fastidio alle loro manifestazioni di vita e di allegrezza? Questo, vedi, non lo capisco, non me lo hanno ancora insegnato; sarà perché quelli che mi insegnano a vivere sanno anche amare, amare sul serio.

362 - Ma adesso parlo troppo difficile: ho parlato poco fa con Agostino (sant’ Agostino), che era un altro “però però però”, ma l'ha spuntata sai! Anzi l'ho spuntata io, ma lui era più giovane; che si scanti il tuo sposo, cosa aspetta? Che gli venga la barba bianca?
Non è mica mancanza di rispetto o di amore! Gli voglio bene sai e, se glielo vuoi dire, mi fai un bel regalo; ma mi mette sempre in dubbio, come se io non avessi detto e ridetto che sono la Verità, la più bella Verità che mente umana possa compiacersi di trovare; e non mi trova certo chiacchierando, sai: mi trova nei vecchi, nei malati, nei bimbi, nei forti, in tutti quelli il cui sguardo riluce o di sofferenza o di amore o di fiducia o di ingenuità...

377 - Aspetto il tuo sposo in un colloquio sereno e tranquillo. Non mi sente, non mi manifesto a lui? Oh, uomo di poca fede! Non ceda a facili entusiasmi; mi ami in semplicità. Sia il se stesso migliore che non deve far seppellire da orgoglio, ingratitudine o malevolenza né verso me, né verso il prossimo che sono io.